Quale scarpa da running comprare?
09 Jun 2015
La scelta della scarpa da running è un processo molto complicato, soprattutto in uno sport come la corsa nel quale l’unico, fondamentale, attrezzo è proprio la scarpa. L’unico oggetto che abbiamo a contatto con il terreno, l’asfalto, la terra, la ghiaia, deve garantirci sempre sicurezza, comodità, deve assecondare il nostro piede ma anche proteggerlo, essere efficiente e – ovviamente – bello. Con tutti questi presupposti la scelta non è affatto facile.

Partiamo dall’inizio: non esiste la scarpa da running perfetta per tutti ma esiste quella perfetta per te. Già, perché le prestazioni della calzatura variano in base ai parametri di chi le indossa: sesso, peso, corporatura, efficienza nella corsa, appoggio, velocità, passo, forma del piede e – di conseguenza – chiunque ti dica “compra la scarpa XYZ perché è perfetta!” sta dicendo una grandissima stronzata sciocchezza (per questo motivo anche noi quando valutiamo una scarpa cerchiamo sempre di definirle in base all’uso e allo stile di corsa).

Fatte le dovute precisazioni, ti prometto che cercherò di non causarti epistassi e sarò il più possibile breve. Quindi, partiamo.

La tua prima scarpa da running (ma anche la seconda, la terza, la quarta e così via…)


Quando compri una scarpa da running, che sia la prima volta o la millesima, devi sempre stare attento e valutare bene alcuni aspetti.

L’appoggio del piede


Quando si corre, non esiste un unico modo di appoggiare il piede per terra, anche se l’effetto finale è lo stesso per tutti, infatti – per conformazione – possiamo avere un appoggio neutro, supinatore o pronatore (con diversi gradi di supinazione e pronazione).

Ci sono molti modi “artigianali” per capire che appoggio hai; il più comune è quello con il piede bagnato sul foglio di giornale. Infatti, nella maggior parte dei casi, chi ha il piede piatto (e quindi lascia sul foglio l’impronta del piede completa) avrà un appoggio in pronazione. Chi invece ha il piede con un arco medio (l’impronta si assottiglia nella parte centrale del piede) avrà un appoggio neutro. Chi ha un arco alto (nella parte centrale l’impronta si assottiglia molto e in alcuni casi scompare) sarà supinatore.
(E chi ha l’arco di Costantino è a Roma! :D )

Però, seriamente, questo metodo non funziona in tutti i casi: la cosa giusta da fare è andare in un negozio (o centro specializzato) dove fare l’analisi dell’appoggio. È facile e veloce: ti mettono su un tapis roulant e ti fanno correre. Prima a piedi nudi e poi con le diverse scarpe. Dietro di te c’è una videocamera ad alta frequenza che riprende ogni singolo movimento del piede in modo da permettere all’addetto di valutare il tuo appoggio.

Da questo punto in poi saprai se orientarti su scarpe con supporto antipronazione (oppure farti fare un plantare specifico per il tuo tipo di appoggio) oppure su scarpe più neutre.

E questa è fatta.

La misura


Dopo l’appoggio, la misura è la prima cosa veramente importante. Non basta dire “ho il 43?, “il 39? o qualunque altro numero – mica stiamo giocando al Lotto. La scarpa deve avere la misura perfetta per il tuo piede. Se è leggermente troppo grande ne comprometti la dinamica e la tomaia può infastidirti con le pieghe (perché non la riempi tutta); se è troppo aderente il piede non avrà lo spazio per gonfiarsi (alcune scarpe più morbide lo permettono, altre – più protettive – invece no) e si comprimerà, andando a volte anche a schiacciare le unghie verso la punta. E non è affatto piacevole. No no no.

Spesso capita inoltre che i runner confondano la bontà di una scarpa con il suo “fitting”. Per certi versi è vero ma non del tutto. Ti faccio un esempio: con un paio di sneakers che hanno la misura perfetta correrai meglio rispetto ad avere ai piedi delle scarpe da running della misura sbagliata. Ma sarebbe meglio non farlo (anzi, non devi proprio farlo). Quindi non aver paura o preconcetti a provare mezzo numero in meno o in più rispetto al tuo solito: potresti trovare graditissime sorprese. E se proprio non trovi la misura giusta, passa oltre senza rimpianti.

Peso, corporatura, efficienza dinamica e muscolo-scheletrica


Tutte queste cose insieme? Sì perché influenzano direttamente la scelta del modello della scarpa. Tra tutte, la più importante è l’ultima: non è vero che un runner pesante deve prendere scarpe pesanti. Non sempre almeno. Ho visto ironman muscolosi e pesanti correre maratone con scarpe minimal da nemmeno 200 gr e uscire illesi; e runner superleggeri rompersi anche se usavano scarpe molto ammortizzate. Contano moltissimo l’appoggio e come reagisce il nostro corpo (tutto) a ogni impatto con il terreno.

Se correndo appoggi sull’avampiede – e ti alleni costantemente per farlo – il tuo fisico “pagherà” meno la corsa. Vuoi un esempio? Cammina a piedi nudi tappandoti le orecchie, prima appoggiando in avampiede e poi con il tallone. Sentirai rumori molto molto diversi: nel primo caso quasi nulla, nel secondo piccole esplosioni che si scaricano sulle tue ossa e articolazioni.

Su che superficie corri?


Se corri su asfalto, scegli le tradizionali scarpe da running ma guarda sempre il disegno e la scolpitura della suola. Sull’asciutto tutte le scarpe vanno benissimo ma, quando inizierà a piovere (e sai benissimo succederà, perché “potrebbe andare peggio”), sarà necessario avere una scarpa che ti garantisca il grip perfetto.

Se invece corri offroad, va’ verso lo scaffale del trail running: sono fatte apposta per questo. ;)

Scegli con i piedi e non con gli occhi


Siamo italiani e all’estetica ci teniamo moltissimo. Ma quando corri devi fregartene. È molto meglio avere una scarpa brutta ma che ci fa correre bene anziché il viceversa.

Dimenticati la scarpa


La scarpa perfetta è quella che non senti mentre corri. Quella che fa il suo lavoro e ti permette di concentrarti su movimento e appoggio (e sopravvivere alle sessioni più difficoltose). Quindi se, provandola, senti che la scarpa fascia troppo, è troppo rigira, troppo pesante, troppo poco flessibile, prova qualcos’altro. Mi ringrazierai. ;)

Non esiste LA marca di scarpe da running


Esistono scarpe che vanno bene per te e scarpe che “invece no”. Ormai tutte le principali aziende produttrici di scarpe da running hanno – per la maggior parte – buonissimi prodotti quindi, se qualcuno ti dice “prendi una scarpa della marca ZKD e vai sul sicuro”, non seguire il suo consiglio e provane tante, con brand diversi fino a trovare quella che va bene per te in questo momento.

Una paio di consigli per chi corre (giusto un paio)…


Sistemato il capitolo “generale”, vorrei fare un paio di riflessioni che sicuramente apprezzerai se già corri da un po’.

Prendo sempre la stessa scarpa perché mi sono sempre trovato bene


Se Michael Schumacher (Forza Schumi! Tieni duro!) evolvendo nella sua carriera si fosse presentato in Formula 1 con il Kart con cui aveva iniziato, non sarebbe diventato il campione che era. E quindi perché, se tu migliori sotto tutti gli aspetti, ti ostini a comprare sempre lo stesso modello scarpe? Puoi rispondere “perché mi trovo bene” ma devi considerare anche che esistano dei modelli con cui potresti “trovarti meglio”.

Considera inoltre che usare due diversi paia di scarpe, in base alla tipologia di lavoro che dovrai fare – magari anche per allenarti sull’appoggio in avampiede, è sempre una scelta vincente perché migliora la dinamica.

Quindi, ok l’affetto che si può provare per un marchio, ma provare nuove scarpe è sempre “cosa buona e giusta”.

La tecnologia è tua amica, fattene una ragione


Negli ultimi anni ci sono stati moltissimi progressi nella dinamica e nella tecnologia delle scarpe da running e, molto frequentemente, hanno risultati davvero notevoli sulla tua corsa, sul comfort, sul peso, su rullata e spinta. Non credi che sarebbe sciocco non approfittarne?

È un po’ come se i ciclisti pedalassero su pesanti biciclette degli anni ’30 anziché su missili in carbonio superleggeri.

Chiaramente ci sarebbero milioni di altre cose da specificare, dire, approfondire ma ti avevo promesso di essere il più possibile sintetico.

Spero di esserci riuscito.

by Runlovers
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